CLERO
Nella Chiesa cattolica i fedeli appartenenti all'ordine sacerdotale, i quali svolgono le funzioni di guide spirituali e di amministratori dei sacramenti. Esiste un clero regolare, costituito da religiosi inseriti in un ordine monastico e sottoposti a una "regola" di vita, e un clero secolare o diocesano, che vive nel "secolo", cioè nel mondo, senza essere soggetto a regole monastiche. In un'accezione largamente diffusa, senza però alcun riscontro nel diritto canonico, si ha una divisione tra alto clero, i prelati (ossia quanti hanno ruolo gerarchico su altri membri del clero), e basso clero, comprendente tutti gli altri chierici. Il termine greco klêros, già prima dell'era cristiana, traduceva l'espressione ebraica "eredità di Dio", con la quale si designava la tribù di Levi, consacrata al culto di Jahvè. Dalla fine del I secolo la stessa definizione greca klerikói e quella latina clerici vennero attribuite ai ministri del culto cristiano. I semplici fedeli furono invece chiamati in greco laikói (da laos, popolo) e in latino laici. Si stabilì così la divisione dei cristiani in due categorie: clero e laicato. Nella stessa epoca il clero si divise tra vescovi, preti e diaconi. Successivamente, a questi tre gradi, costituenti gli ordini maggiori, si aggiunsero anche gli ordini minori, la cui classificazione mutò nel tempo. Nel IV secolo, in occidente, il suddiaconato entrò a far parte degli ordini maggiori, mentre quelli minori erano l'ostiariato, il lettorato, l'esorcistato e l'accolitato. La tonsura, invece, non introduceva a un ordine particolare ma segnava il passaggio dallo stato laicale a quello clericale. Col passare dei secoli sussistettero i ministeri laicali del lettore e dell'accolito, indispensabili per divenire chierico, nei tre ordini dei diaconi, dei presbiteri e dei vescovi. Accanto a questa gerarchia si venne inoltre formando una gerarchia di precedenza e d'"onore" con a capo il vescovo di Roma, il papa, seguito dai cardinali e dai patriarchi, dai primati, dai vescovi e dai preti. Fin dal III secolo il clero della Chiesa cattolica godette di privilegi, tra i quali l'esenzione dalle imposte, che già nel Medioevo diedero origine a gravi dissidi tra sovrani e papato, e che poi, con la Rivoluzione francese, furono in gran parte aboliti. Da allora, nei paesi cattolici, la posizione del clero è solitamente regolata da ' concordati stipulati tra chiesa e stato.

A. Gnavi



Aa.Vv., Lo stato giuridico dei ministri sacri nel nuovo Codex Iuris Canonici, Città del Vaticano 1984.
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